L'iniziativa di Dario Lupi

Il 27 dicembre 1922 il Sottosegretario di Stato per la Pubblica Istruzione, Dario Lupi, indirizzò a tutti i Regi Provveditori agli Studi una lettera circolare, disponendo “che le scolaresche d’Italia si facciano iniziatrici dell’attuazione di una idea nobilissima e pietosa: quella di creare in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata, la Strada o il Parco della Rimembranza. Per ogni caduto nella grande guerra, dovrà essere piantato un albero; […]”. [1]
Alla lettera fece seguito la pubblicazione sul “Bollettino Ufficiale” del Ministero della Pubblica Istruzione N. 52 del 28 dicembre 1922, della Circolare n. 73 del 27/12/1922 contenente “Norme per i Viali e Parchi della Rimembranza”. [2]
La circolare ministeriale prevedeva la costituzione di appositi “Comitati esecutivi” con il compito di espletare tutte le procedure amministrative e logistiche per la buona riuscita dell’iniziativa e conteneva, inoltre, norme e indicazioni sulle modalità di realizzazione dei Parchi e dei Viali: dall’elenco delle specie arboree più idonee da piantare nelle diverse zone geografiche della Penisola alle opere necessarie per la messa a dimora degli alberi, dalle dimensioni dei sostegni di protezione in legno al testo e collocazione della targhetta metallica con il grado, le generalità e la causa di morte del caduto.

Nonostante il progetto di Dario Lupi avesse come intento dichiarato quello di onorare la memoria dei caduti della Grande guerra, in realtà esprimeva nei contenuti la politica del governo in carica (primo governo Mussolini) in materia di scuola ed educazione, improntata alla formazione delle nuove generazioni ai valori dell’ideologia fascista, enfatizzando il sentimento dell’Amor patrio che si spinge fino all’estremo sacrificio e il culto dell’Eroe che si immola coraggiosamente per il bene comune.
Infatti, nelle liste dei caduti a cui dedicare gli alberi da piantare rientravano soltanto i soldati morti sul campo di battaglia o a seguito delle ferite riportate in combattimento, erano invece esclusi quelli morti per malattia, anche se conseguente alle estreme ed insalubri condizioni di vita a cui erano stati sottoposti.
L’obiettivo era quello di fare del Parco della Rimembranza il luogo sacro dedicato alla celebrazione della Nazione, un monumento alla memoria di chi per essa aveva combattuto fino alla morte, rinnovandone il ricordo attraverso gli alberi che sono “cose vive, simbolo terreno e appropriato della sopravvivente fecondità del sangue versato per una idea immortale”. [3]

L’iniziativa, se pure infarcita di trionfalismo e retorica di regime, rispondeva comunque al desiderio popolare di rendere omaggio e preservare la memoria dei propri caduti in guerra e fu accolta con grande partecipazione.
Infatti, la mobilitazione fu generale e, dai dati pubblicati dallo stesso Lupi, alla data del 15 ottobre 1923 risultavano costituiti 5735 Comitati esecutivi su un totale di 8305 Comuni e ben 1048 parchi già inaugurati. [PDF]

Con l’istituzione dei Parchi e Viali della Rimembranza il regime fascista si appropriò di fatto della commemorazione dei caduti della prima guerra mondiale, facendone strumento di propaganda politica e mezzo per incrementare e consolidare il consenso popolare.
Infatti, la lettera circolare del 13 febbraio 1923, sempre a firma di Dario Lupi, dispose che venissero dedicati alberi votivi anche alla memoria delle vittime fasciste. [4]
A Potenza, nel 1933, fu realizzato il Parco della Rimembranza dei Caduti della Milizia nell’area antistante la Caserma Arnaldo Mussolini della 156^ Legione “Lucana”, sita anch’essa nel Rione S. Maria, a poca distanza dal Parco dedicato ai caduti della Grande guerra inaugurato nell'aprile del 1923.

Con la legge n. 559 del 21 marzo 1926, i Parchi e Viali della Rimembranza furono dichiarati “pubblici monumenti”.



[1] Dario Lupi, Parchi e Viali della Rimembranza, Bemporad, Firenze, 1923.

[2] Idem.

[3] Parco della rimembranza caduti della milizia. Roma, 1934. Biblioteca provinciale di Potenza, Sezione Lucana, Busta LXXXII 4.

[4] Dario Lupi, Parchi e Viali della Rimembranza, Bemporad, Firenze, 1923.